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m.sergio
@r-brega Confermo ciò che è stato scritto nel commento precedente. I tonni, dopo essere stati pesati venivano trasportati in questo ambiente chiamato appiccatoio per praticare il taglio della testa. Successivamente, essi venivano appesi per la coda a delle travi di legno con corde e ganci, creando un vero e proprio bosco. Una volta disposti verticalmente si praticava l’asportazione delle interiora che venivano messe immediatamente in botti salate. Questa fase di lavorazione permetteva il totale dissanguamento dei tonni che costituiva un processo fondamentale per proseguire la lavorazione della carne.
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m.sergio
@WASP Ciao, posso dirti solamente che il castello, nel suo aspetto attuale, si articola in una pianta rettangolare con tre corpi di fabbrica sporgenti. In realtà non è sempre agevole discernere le parti più antiche dai rifacimenti e presunti ampliamenti del XVI/XVII secolo. Si presume che in origine il fortilizio medievale fosse una grande torre.
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m.sergio
@s-dellacorte Ricognizioni subacquee recenti hanno rilevato che il porto di Pyrgi aveva un’enorme darsena ben protetta e ampia addirittura due ettari. La darsena si trovava tra l’odierno castello di Santa Severa e l’antico santuario. Aveva la funzione di proteggere dai forti venti di libeccio che imperversavano su quel tratto di costa e continuò ad essere utilizzata anche dai romani, i quali intorno al I-II sec. d. C. la resero ancora più sicura e possente, aggiungendo un paramento di mattoni di buona qualità e materiali resistenti.
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m.sergio
@m-ottone Il Castello di Santa Severa è situato nell’omonimo borgo, lungo l’antica via consolare Aurelia, e fu costruito sui resti dell’antica città di Pyrgi. Il sito del castello rappresenta un’importante area di interesse storico- archeologico e conserva le vestigia di Pyrgi, una città portuale collegata all’antica Caere, odierna Cerveteri; si tratta di insediamenti di origini etrusche, con frequentazioni cartaginesi, interessate anche dalla presenza di un santuario, situato all’estremità meridionale del Castello.
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m.sergio
@g-ego Ciao, ti confermo l’esistenza della Peschiera delle Guardiole. La sua storia è strettamente connessa con quella del sito archeologico di Castrum Novum. Infatti, nell’antico insediamento era presente una rada portuale, antistante la città antica e frequentata a partire dalla preistoria, durante l’epoca etrusca fino all’età di Roma repubblicana e imperiale. Le indagini subacquee effettuate nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che molto probabilmente, in epoca tardo- repubblicana, tra il II e il I sec. a. C., la rada di Castrum Novum fosse interessata dalla costruzione di un grande impianto di peschiere, esteso per più di 100 metri nello specchio di mare antistante la costa. Questa struttura fu più volte ristrutturata e riorganizzata in funzione del continuo sollevamento del mare e rimase in attività per diversi secoli, fino all’epoca imperiale.
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m.sergio
@a-davide Come ti hanno già scritto, si tratta di una torre di avvistamento dei Saraceni risalente al XVI secolo, che fu fatta saltare in aria dai tedeschi nel 1944. Infatti ciò che si vede adesso è una parziale ricostruzione.
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m.sergio
@a-uto Buongiorno, le palafitte presenti sul litorale di Santa Marinella sono dei pontili in legno costruiti a partire dagli anni ’50 del secolo scorso. Hanno caratterizzato questo territorio costiero tenendolo al riparo dall’edilizia balneare selvaggia, tipica di quelli anni. Questo modo differente di concepire la fruizione del mare, ha consentito la creazione di un vero e proprio habitat naturalistico che ancora oggi offre a coloro che soggiornano in questi luoghi, la possibilità di immergersi in elementi paesaggistici e artistici che difficilmente si possono incontrare in altre località balneari.
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m.sergio
@WASP Ciao, non so se posso esserti utile ma leggendo alcune notizie sui recenti scavi in questo sito, credo che si trattasse di un’ampia area basolata situata immediatamente all’esterno del lato sud della cinta muraria del sito. Sfortunatamente, la funzione specifica di questo spazio non è stata ancora del tutto chiarita.
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m.sergio
@a-davide Ciao, provo a semplificare l’argomento, riportandoti alcune informazioni che ho (non senza difficoltà) rinvenuto. Gli scavi a Castrum Novum hanno portato alla luce i resti di un'aula rettangolare, pavimentata in ciottoli, il cui ingresso in origine si apriva verso il decumano, che era la strada principale dell’insediamento. Questo ambiente, più volte ristrutturato nell'antichità, aveva le pareti intonacate con vernice rossa, ed era arredato con un bancone in mattoni, formato da due grossi blocchi di calcare, con un paramento semicircolare. Al momento non è possibile determinare l'utilizzo della struttura, ma molto probabilmente si trattava di un'aula pubblica situata molto vicino al foro cittadino.
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m.sergio
@g-ego Ciao, i commenti precedenti tutti molto interessanti ma mi pareva di capire che volessi degli spunti bibliografici di tipo scientifico per svolgere il tuo lavoro di tesi. In rete si trova molto, comunque posso segnalarti questa pubblicazione https://journals.openedition.org/cefr/1872?lang=it Buon lavoro.